Cambiare i filtri velocemente
Usare filtri diversi in modo semplice durante un’unica osservazione
L’osservazione della Luna, dei pianeti e degli oggetti deep-sky trae vantaggio dall’uso di filtri. Non resta che semplificarne il cambio.
Con un filtro spesso le osservazioni migliorano visibilmente. Ogni astrofilo nel corso del tempo raccoglie una ragguardevole quantità di filtri. Per cambiarli velocemente durante l’osservazione esistono utili strumenti.
Al giorno d’oggi esistono filtri per l’osservazione lunare che riducono la quantità di luce che entra nel telescopio e quindi con gli oggetti luminosi permettono un contrasto maggiore. Alcuni filtri lasciano passare preferenzialmente (ma non solo) alcune porzioni dello spettro della luce visibile: è il caso dei filtri gialli, rossi, blu e verdi con diverse densità ottiche, pensati specificamente per accentuare i dettagli sulla superficie dei pianeti. Esiste poi una grande quantità di filtri diversi in grado di migliorare la visibilità degli oggetti deep-sky anche nei chiari cieli cittadini, bloccando le lunghezze d’onda specifiche delle luci artificiali (come quelle delle lampade ai vapori di sodio e mercurio). Altri filtri lasciano passare solo una parte dello spettro visibile (rosso, verde o blu) e altri ancora che lasciano passare solo una precisa lunghezza d’onda, migliorando drasticamente la visibilità di nebulose a emissione, che brillano proprio in quella lunghezza d’onda.
Complicati cambi al buio
Usare un filtro è facilissimo. Praticamente ogni oculare di dimensioni standard da 1,25 e 2 pollici porta nell’innesto una filettatura femmina e praticamente ogni filtro della stessa dimensione ha una filettatura maschio corrispondente, che permette di avvitarlo facilmente all’oculare.
La parte difficile arriva durante l’osservazione, al buio: capita magari che si voglia svitare il filtro UHC per sostituirlo con un filtro O-III, in modo da osservare meglio la nebulosa Velo. Si comincia allora con il togliere l’oculare, svitare il filtro, appoggiare il filtro da qualche parte, mettere giù l’oculare, tastare in giro alla ricerca dell’altro filtro, estrarlo dalla sua custodia, cercare di nuovo l’oculare al buio, tentare di avvitare il filtro, magari incastrandolo, e via così… Probabilmente tutti conoscono bene la situazione.
Cambiare con la ruota…
Dato che, anche con una grande scelta di filtri a disposizione, nel corso di una notte di solito se ne usano da tre a cinque, sarebbe bene avere la possibilità di cambiarli velocemente. Per fortuna l’accessoristica astronomica offre soluzioni utili e pratiche.
Per l’osservazione visuale esistono diverse soluzioni, tutte con la stessa efficacia. Una di queste sono le ruote porta-filtri. Si tratta di componenti che permettono di avvitare su un disco girevole generalmente cinque filtri diversi contemporaneamente. Questo disco girevole si trova a sua volta in un alloggiamento chiuso, che protegge i filtri dalla polvere quando non sono in uso. Queste ruote porta-filtro sono dotate di due aperture, una per avvitare l’adattatore lato telescopio e una lato oculare, per inserirle nel percorso ottico del telescopio. Di lato si trova una piccola apertura che permette di girare facilmente il disco e quindi di scegliere quello da usare. Il disco ha un profilo ondulato, in modo da poterlo usare comodamente anche con i guanti. Il corpo è a prova di luce e impedisce l’ingresso di luce parassita laterale. Le singole posizioni poi sono numerate sul disco, permettendo così di trovare quella desiderata anche al buio.
Se l'inserimento dei filtri (prima che faccia buio) richiede pochi minuti, il cambio al buio avviene in pochi secondi. Lo svantaggio di questa soluzione è che la ruota porta-filtri richiede una corsa di messa a fuoco aggiuntiva (80 mm per la versione da 2 pollici) e che al focheggiatore viene applicato un peso considerevole (una versione carica da 2 pollici può pesare oltre mezzo chilogrammo). Per le camere astrofotografiche queste ruote porta-filtri possono essere anche motorizzate e dotate di controllo remoto tramite un software, che muove la ruota-portafiltri per le singole esposizioni.
…o con il cassetto
Una soluzione più piccola eppure molto comoda è data dai cosiddetti cassetti porta-filtri, anche questi inseriti nel cammino ottico del telescopio. Portano un numero inferiore di filtri e quasi nessun peso aggiuntivo. Il cambio dei filtri avviene in questo caso cambiando il cassetto, nel quale il filtro è avvitato saldamente, in modo che non possa cadere.
La sostituzione dei filtri è un po' più complicata rispetto alla ruota porta-filtri, dato che anche i cassetti devono essere sostituiti al buio, ma è comunque molto più semplice rispetto alla sostituzione manuale dei filtri da avvitare all'oculare. Anche i cassetti porta-filtri sono disponibili nelle versioni da 1,25 e 2 pollici e persino per dischi senza montatura. Anche in questo caso è possibile cambiare il filtro in pochi secondi e confrontare la visibilità dell'oggetto con e senza filtro in modo molto semplice e veloce.
Un ulteriore vantaggio di entrambe le soluzioni è che i filtri sono molto più lontani dal punto di messa a fuoco interno del telescopio rispetto a quando sono avvitati nell'oculare, per cui la polvere sui filtri non si nota praticamente più.
Autore: Peter Oden / Su gentile concessione di: Oculum-Verlag GmbH