La messa a punto del focheggiatore
Il focheggiatore perfetto è quello che non si vede. Se non è così, bisogna intervenire.
Durante l’uso il focheggiatore deve essere invisibile. Se non lo è, probabilmente c’è qualcosa che non va.
Prima di tutto, bisogna prendere confidenza con le possibilità di collimazione. Soprattutto con i focheggiatori Crayford, cioè quelli che funzionano secondo il principio dell'attrito, si potrebbe non sapere quale sia la vite che blocca il focheggiatore e quale quella che regola la pressione del meccanismo. Quest'ultima di solito si trova esattamente sopra l'asse delle manopole di messa a fuoco, mentre la vite di bloccaggio è un po' più vicina al telescopio. Alcuni focheggiatori possono essere collimati sull'asse ottico, un aspetto particolarmente importante per i focheggiatori ruotabili.
Se c’è del gioco sulle superfici di scorrimento in teflon, è possibile staccarle con attenzione e applicare del nastro adesivo, facendo attenzione che il tutto però non diventi troppo stretto. Questo riduce lo shifting, ovvero l’effetto di spostamento dell'immagine nell’oculare durante la messa a fuoco.
Il grasso che al freddo si indurisce deve essere sostituito, per esempio con grasso saponificato di litio, che non si attacca la plastica ed è adatto alle basse temperature. Per una messa a fuoco più precisa, è possibile installare un riduttore sotto forma di manopola automatica.
Per chi si dedica al fai-da-te: nel tubo di prolunga il foglio di velours nero è più efficace della tradizionale vernice opaca. Se l'estremità del tubo dal lato del telescopio è lucida, come lasciato dal taglio, bisogna pensare anche a questo. A proposito di tagli: può succedere che il tubo del focheggiatore sporga nel percorso ottico o restringa l'apertura del telescopio. In questo caso, il percorso del fascio deve essere misurato e accorciato.
Autore: Sven Wienstein / Su gentile concessione di: Oculum-Verlag GmbH