Epsilon Lyrae, la famosa "doppia doppia"
Una stella doppia composta da stelle doppie: la prima divisione è facile da osservare, mentre le altre richiedono ingrandimenti maggiori.
Ricordi ancora il primo oggetto celeste su cui hai puntato il tuo primo telescopio? Chi scrive ha fatto la sua prima esperienza osservativa, durante la prima estate del millennio, con Vega o α Lyrae, la stella più luminosa nel cielo della sera, e quindi facile da catturare anche con un ingrandimento minimo. Ma la cosa più affascinante non fu tanto la brillantezza di Vega, quanto una piccola stella doppia posta a est, con due componenti della stessa luminosità. Questa coppia, come venni a sapere in seguito, è costituita da Epsilon 1 e Epsilon 2 Lyrae e all'epoca mi avrebbe probabilmente affascinato molto di più se avessi utilizzato un ingrandimento maggiore: infatti, ogni componente del sistema binario è a sua volta una stella doppia.
Una doppia soddisfazione
Nella letteratura astronomica, ε Lyr è considerata la stella doppia per eccellenza: entrambe le sue componenti hanno quasi la stessa luminosità (5 mag e 5,3 mag) e possono essere risolte a loro volta in due componenti, usando ingrandimenti adeguati (spesso si parla di ingrandimenti a partire da 100x). Queste ulteriori due compagne hanno quasi la stessa luminosità (Epsilon 1: 5 mag e 6,1 mag; Epsilon 2: 5,3 mag e 5,4 mag) e si trovano a una distanza simile (2,1" e 2,4"). Il tutto si traduce in un'immagine affascinante che non passa inosservata, indipendentemente dalle dimensioni dello strumento o dall'inquinamento luminoso.
Per chi osserva dalle città è sicuramente un po’ più difficile risolvere le separazioni. Solo a partire da un ingrandimento di 166x appare uno scarto minimo tra le componenti, un po’ prima nel caso di Epsilon 2, posta più a sud, rispetto a Epsilon 1. Infatti, quando per Epsilon 2 è ancora visibile il tipico 8 che precede la separazione, tra le componenti di Epsilon 1 si nota già uno spazio scuro. Probabilmente ciò è dovuto alla differenza di magnitudine tra le due Epsilon. Una volta risolta la separazione, la vista è entusiasmante.
La doppia-doppia e ancora altre componenti
La luce di Epsilon 1 e 2 impiega circa 160 anni per giungere fino a noi, un tempo relativamente breve. La cosa più interessante però è che le due stelle sono doppie non solo dal punto di vista ottico, come spesso avviene negli oggetti di questo tipo, ma anche dal punto di vista fisico, sebbene i periodi orbitali appaiano estremamente lunghi, rispettivamente di 1170 e 585 anni. Chi pratica l’astronomia da città con più ambizione può mettersi alla ricerca delle altre componenti: cinque di queste dovrebbero poter essere alla portata dell’osservazione amatoriale. La più luminosa raggiunge la magnitudine 10 e quindi è visibile solo in condizioni osservative eccellenti. Si trova più o meno a metà tra Epsilon 1 e 2 e con queste forma un triangolo rettangolo. Una vera sfida per chi osserva dalle città!
Autore: Karl-Peter Julius / Su gentile concessione di: Oculum-Verlag GmbH