M3 – La prima scoperta di Messier
L’ammasso globulare nella costellazione dei Cani da Caccia è stato il primo oggetto scoperto da Charles Messier. Riuscirai a osservare le singole stelle?
M3, l’ammasso globulare nella costellazione dei Cani da Caccia, è stato il primo oggetto scoperto da Charles Messier. Il 3 maggio 1794 annotò: “Nebulosa scoperta tra Boote e uno dei Cani da Caccia di Hevelius; non contiene stelle, il suo centro è luminoso e la sua luminosità si affievolisce impercettibilmente, è rotonda; con un buon cielo la si può osservare con un cannocchiale da un piede”.
La descrizione di Messier coincide con l’immagine che si presenta a chi osserva M3 dalla città. Ancora oggi è sufficiente un telescopio con una lunghezza focale corta e una apertura piccola (a partire da 60 mm) per distinguere l’ammasso globulare, di luminosità 6,2 mag ed estensione 18', che appare come una nebulosa sfocata. Naturalmente Messier non riuscì a risolvere le singole stelle. E proprio qui - riuscire a risolvere M3 come un disco nebuloso e granulato – iniziano le difficoltà per chi oggi osserva da una zona urbana.
Esattamente nel triangolo
Ma per prima cosa è necessario trovare M3. Con un sistema GoTo, l'autore è sempre riuscito a individuarlo in modo preciso e senza correzioni successive. Chi va alla ricerca senza aiuti tecnologici dovrebbe innanzitutto partire dalla luminosa stella Arturo (α Boo), ruotare di 6° in direzione ovest fino a un trio di evidenti stelle formato da η, τ e 7 Boo e poi cercare nella porzione di cielo a nord un disco nebuloso.
Si rivela un vantaggio il fatto che M3 sia esattamente all’interno di un triangolo di stelle deboli che fungono da aiuto per la messa a fuoco. Se si riesce a mettere perfettamente a fuoco l'ottica sulle stelle nelle vicinanze, M3 apparirà facilmente come un disco nebuloso piatto.
Risoluzione possibile
Tuttavia nei telescopi con poca apertura M3 rimane nebulosa così come Messier l’aveva descritta più di 250 anni fa. La domanda più interessante, che si pone quando si osservano le nebulose globulari dai cieli cittadini, è se sia possibile “granulare” la nebulosa e quindi risolvere le singole stelle. L’esperienza insegna che M3 richiede almeno un telescopio riflettore da 8 pollici e ingrandimenti di almeno 160x. Se poi la notte è eccezionalmente scura, la risoluzione può riuscire, eventualmente usando la tecnica della visione indiretta: guardando leggermente oltre il disco nebuloso, le singole stelle al suo interno appaiono come lampi di luce.
Autore: Karl-Peter Julius / Su gentile concessione di: Oculum-Verlag GmbH