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La fotografia cometaria. Esecuzione ed elaborazione delle immagini

In prossimità della Terra le comete viaggiano veloci. Troppo per l’astrofotografia? Ecco come riuscire comunque a fotografarle.

La notte limpida del 21/05/2015 ha permesso di riprendere la cometa C/2014 Q2 (Lovejoy) mentre transitava in prossimità dell’ammasso NGC188. Per questa immagine è stato usato un Telephoto Lens/Scope di Kowa (lunghezza focale: 350 mm, F/4) su una Canon 6D (modificata Hα) con filtro UHC-S. La somma è data da sei scatti con tempo di esposizione di 450 secondi ciascuno (ISO 800; tempo di esposizione totale: 45 minuti). Elaborazione con DeepSkyStacker e Photoshop; spikes aggiunti solo per motivi estetici. U. Dittler La notte limpida del 21/05/2015 ha permesso di riprendere la cometa C/2014 Q2 (Lovejoy) mentre transitava in prossimità dell’ammasso NGC188. Per questa immagine è stato usato un Telephoto Lens/Scope di Kowa (lunghezza focale: 350 mm, F/4) su una Canon 6D (modificata Hα) con filtro UHC-S. La somma è data da sei scatti con tempo di esposizione di 450 secondi ciascuno (ISO 800; tempo di esposizione totale: 45 minuti). Elaborazione con DeepSkyStacker e Photoshop; spikes aggiunti solo per motivi estetici. U. Dittler

Con il telescopio e una fotocamera DSLR per catturare affascinanti immagini cometarie.

Nel 2007 la cometa periodica 17P (Holmes) ha dominato il cielo autunnale. La forma nitida e la grande testa si notano bene in questa immagine in bianco e nero, ottenuta il 01/11/2007 con una fotocamera CCD raffreddata e un telescopio Takahashi FS-102. Anche se le comete che brillano in verde sono di solito immortalate a colori, anche questa in bianco e nero ha un fascino particolare. U. Dittler Nel 2007 la cometa periodica 17P (Holmes) ha dominato il cielo autunnale. La forma nitida e la grande testa si notano bene in questa immagine in bianco e nero, ottenuta il 01/11/2007 con una fotocamera CCD raffreddata e un telescopio Takahashi FS-102. Anche se le comete che brillano in verde sono di solito immortalate a colori, anche questa in bianco e nero ha un fascino particolare. U. Dittler

Le comete esercitano un certo fascino su molti astrofili e possono essere fotografate facilmente con il telescopio in dotazione e una fotocamera DSLR. Dopo un’attenta preparazione, si inizia a fare sul serio: chi durante la sessione fotografica notturna e la successiva elaborazione delle immagini si atterrà ai nostri consigli e indicazioni potrà catturare le comete in scatti affascinanti.

Immagine data da una somma di scatti della cometa 103P (Hartley). In fase di elaborazione si hanno due possibilità: centrare i singoli scatti sulla cometa, in modo che nell’immagine finale appaia lo startrail, mostrando così in modo efficace il percorso della cometa sulla volta celeste… Immagine data da una somma di scatti della cometa 103P (Hartley). In fase di elaborazione si hanno due possibilità: centrare i singoli scatti sulla cometa, in modo che nell’immagine finale appaia lo startrail, mostrando così in modo efficace il percorso della cometa sulla volta celeste…
… oppure centrare l’immagine sulle stelle in modo che appaiano puntiformi, ottenendo però la testa della cometa meno nitida (b). I dati raw sono stati ottenuti il 11/10/2010 con una fotocamera CCD non raffreddata di tipo SBIG ST-4000XCM su un telescopio Takahashi TOA-130. La somma è data da otto scatti singoli con tempo di esposizione di 120 secondi ciascuno. … oppure centrare l’immagine sulle stelle in modo che appaiano puntiformi, ottenendo però la testa della cometa meno nitida (b). I dati raw sono stati ottenuti il 11/10/2010 con una fotocamera CCD non raffreddata di tipo SBIG ST-4000XCM su un telescopio Takahashi TOA-130. La somma è data da otto scatti singoli con tempo di esposizione di 120 secondi ciascuno.

Nell’ultima parte del workshop fotografico (vedi Avventura Astronomia Quaderno 12) si descrive quale attrezzatura è necessaria per ottenere delle foto ben riuscite di comete: una montatura stabile, un telescopio e una fotocamera adattabile. Si sono rivelati validi i telescopi con lunghezza focale breve, sotto ai 1000 mm, con camere CCD raffreddate o reflex digitali. Oltre all’equipaggiamento tecnico è necessaria anche una pianificazione accurata, per sapere quali sono le comete visibili e quando possono essere osservate al meglio.

Comete nel mirino

Le comete fino a magnitudine 10 sono di solito facili da individuare sulla volta celeste. Partendo da stelle luminose conosciute, le varie mappe offrono un buon aiuto per arrivare alla cometa tramite star-hopping. In alternativa, allineando a nord (ovvero stazionando) con cura il telescopio, si possono anche immettere le coordinate della cometa nella montatura GoTo. Se per scattare foto si usa una camera raffreddata CCD, la posizione della cometa può essere inseguita e ottimizzata abbastanza facilmente tramite lo schermo del computer collegato, utilizzando immagini a risoluzione più bassa e quindi con esposizione più breve, in modalità binning.

Poiché i display della maggior parte delle fotocamere DSLR hanno invece poco contrasto, la modalità live view si presta bene per la messa a fuoco di precisione, prendendo come riferimento una stella luminosa; tuttavia, la posizione esatta della cometa sul sensore di solito diventa evidente solo quando si effettuano degli scatti di prova. Anche se i tempi di esposizione nella fotografia cometaria in genere sono nell’ordine di diversi secondi e fino a pochi minuti (quindi sensibilmente inferiori rispetto a quelli richiesti dalla fotografia deep-sky), è utile usare un’autoguida, per garantire l’esatto inseguimento della combinazione camera-telescopio.

Per fotografare le comete con le moderne fotocamere DSLR, il valore ISO può di solito essere portato a 2500 senza problemi, poiché i difetti dell'immagine causati da un rapporto segnale/rumore sfavorevole si possono ridurre tramite la successiva somma di scatti e l'uso dei dark. Nelle singole esposizioni può essere d’aiuto osservare l'istogramma dell’immagine, in modo da cogliere il maggior numero di dettagli possibili della testa e della coda della cometa, senza sovraesporre parti dell’immagine che possono poi risultare “bruciate”.

In base al luogo e alle condizioni osservative, può tornare utile l’uso di filtri UHC-E (o CLS), per ridurre l’inquinamento luminoso. Anche un filtro [OIII] può aiutare a mettere in risalto la coda gassosa della cometa. Quando si hanno diverse immagini della cometa con esposizione ottimale, per esempio da 12 a 18 (senza dimenticare i dark!), nell’elaborazione successiva si aprono due interessanti alternative.

Una particolare sfida posta dalla fotografia cometaria è quella di riuscire a rendere visibile la coda. In questa immagine del 07/02/2015 la cometa C/2014 Q2 (Lovejoy) mostra la sua debole coda. È stata ottenuta con una DSLR Canon su un telescopio Takahashi FS-60 (lunghezza focale: 355 mm; F/5,9), sommando cinque scatti con un tempo di esposizione di 120 secondi ciascuno. U. Dittler Una particolare sfida posta dalla fotografia cometaria è quella di riuscire a rendere visibile la coda. In questa immagine del 07/02/2015 la cometa C/2014 Q2 (Lovejoy) mostra la sua debole coda. È stata ottenuta con una DSLR Canon su un telescopio Takahashi FS-60 (lunghezza focale: 355 mm; F/5,9), sommando cinque scatti con un tempo di esposizione di 120 secondi ciascuno. U. Dittler

Due alternative nella post-produzione

Quando sono vicine alla Terra, molte comete si muovono più velocemente di quanto non si pensi. Questo offre due opzioni per l'elaborazione delle immagini: nella prima, le singole immagini della cometa possono essere elaborate con la consueta sovrapposizione (per esempio manuale in Photoshop o automatica in DeepSkyStacker), per formare un'immagine somma che, al momento dell’allineamento, viene orientata sulle stelle vicine. A causa del movimento della cometa, nell’immagine somma la testa apparirà leggermente mossa, ovvero sarà meno nitida. Nella seconda opzione, tutte le singole immagini possono essere allineate e centrate sulla testa della cometa, in modo da renderla nitida; in questo caso, le stelle appariranno come linee e quindi l’immagine finale renderà bene il movimento della cometa.

Autore: Ullrich Dittler / Su gentile concessione di: Oculum-Verlag GmbH