Quale telescopio per l’astrofotografia?
Telescopi rifrattori, Newton, Schmidt-Cassegrain o astrografi? Sono quattro le cose importanti, oltre a ciò che vuoi fotografare.
Il mercato dei telescopi a prima vista appare imperscrutabile: svariati schemi ottici, rapporti focali e poi strumenti ottimizzati per l’astrofotografia rendono la scelta non semplice per chi muove i primi passi. Sono quattro gli aspetti fondamentali per scattare foto astronomiche: la configurazione del telescopio, la lunghezza focale, il rapporto focale e la dimensione del campo visivo che viene illuminato.
La dimensione del campo visivo
A seconda della fotocamera che vuoi usare per l’astrofotografia, il telescopio deve illuminare senza aberrazioni un determinato campo visivo, in modo che anche ai margini dell’immagine le stelle appaiano puntiformi e non siano presenti sgradevoli e confuse macchie di luce. Inoltre, il telescopio dovrebbe garantire una luminosità (quasi) uniforme su tutto il capo visivo, in modo che dettagli e stelle ai margini non vengano inghiottiti da ombreggiature o vignettature.
Se per iniziare a fare astrofotografia usi una fotocamera reflex digitale con sensore APS-C, il chip ha una dimensione di circa 22,3 x 15 mm e 28 mm in diagonale; la maggior parte dei telescopi amatoriali sono in grado di illuminare immagini di questa dimensione. Se invece vuoi usare un sensore a pieno formato da 24 x 35 mm, è necessario un telescopio che possa illuminare un campo visivo di 43 mm senza aberrazioni, e non tutti gli strumenti ci riescono. Purtroppo spesso questa informazione manca.
Il rapporto focale
La luminosità degli obiettivi fotografici è data di regola dal valore del diaframma; il valore corrispondente nei telescopi si chiama rapporto focale: più è piccolo, più luminoso è il telescopio e quindi più corti si possono scegliere i tempi di esposizione. Il rapporto focale è a relazione tra apertura e lunghezza focale del telescopio. Quindi, con una apertura di 100 mm e lunghezza focale di 900 mm, il rapporto focale è 1:9.
Semplificando possiamo dire che i telescopi a specchio (riflettori) di regola hanno rapporti focali compresi tra 1:5 e 1:7, i telescopi a lenti (rifrattori) tra 1:7 e 1:9 e gli Schmidt-Cassegrain di solito 1:10. Gli astrografi, ovvero telescopi ottimizzati per l’astrofotografia, possono raggiungere anche rapporti focali compresi tra 1:3 e 1:5 alle lunghezze focali corrispondenti. Strumenti con lunghezze focali così ridotte e grandi rapporti focali possono catturare oggetti celesti estesi con tempi di esposizione brevi (vedi riquadro).
In dettaglio
Rapporto focale e tempo di esposizione
Il tempo di esposizione dipende direttamente dal rapporto focale dell’ottica utilizzata. Più è piccolo il rapporto focale, più il tempo di esposizione è breve. La tabella mostra i fattori che richiedono esposizioni più lunghe per ottenere lo stesso risultato.
La configurazione
Fondamentalmente, per l’astrofotografia vanno bene i riflettori, i rifrattori e anche gli strumenti a specchio o a lenti. I telescopi a lente forniscono immagini buone e con alto contrasto delle stelle più delicate, mentre i telescopi a specchio, con le loro aperture più grandi e le lunghezze focali più elevate, consentono di solito ingrandimenti maggiori e sono quindi particolarmente adatti per catturare oggetti celesti più piccoli.
I telescopi a specchio o a lenti, in particolare gli Schmidt-Cassegrain (SC), offrono di solito aperture e lunghezze focali ancora maggiori, quindi ottengono ingrandimenti maggiori e riprendere gli oggetti in modo più dettagliato. Alcuni telescopi Schmidt-Cassegrain sono interessanti per la possibilità di posizionare la fotocamera nel fuoco dello specchio principale, sfruttando quindi i rapporti di apertura 1:2 risultanti. In questo modo è possibile creare immagini molto profonde con tempi di esposizione brevi.
La lunghezza focale
La lunghezza focale del telescopio determina, insieme al rapporto focale, la dimensione della porzione di cielo inquadrata e il suo ingrandimento. Grandi lunghezze focali offrono porzioni di cielo più piccole e ingrandimenti alti, mentre lunghezze focali corte mostrano al contrario grandi porzioni di cielo e ingrandimenti più bassi.
In conclusione
I telescopi riflettori con lunghezze focali comprese tra 500 e 1000 mm si sono rivelati validi per iniziare a fotografare gli ammassi aperti come h e χ Persei (NGC 869 e NGC 884), le galassie estese come Andromeda (M31) o le grandi nebulose come quella di Orione (M42), o le Pleiadi (M45).
Se invece preferisci fotografare nebulose più deboli, i riflettori con rapporti focali di 1:5 permettono d catturare le strutture con tempi di esposizione non troppo lunghi. I telescopi SC con lunghezza focale superiore a 1500 mm, invece, sono l’ideale se decidi che la Luna o i pianeti sono i primi obiettivi delle tue imprese astrofotografiche.
Autore: Ullrich Dittler / Su gentile concessione: Oculum-Verlag GmbH