L’immenso vuoto di Pegaso
Oltre all’ammasso globulare Messier 15, la grande costellazione di Pegaso offre alcuni asterismi e stelle doppie da osservare al binocolo.
Sebbene sia una delle costellazioni più estese, Pegaso offre pochi oggetti a chi osserva con il binocolo. In questo caso ci viene in aiuto la capacità di oltrepassare confini e abitudini.
Oggetti solitari
Un solo oggetto di Messier vaga nella vastità di Pegaso: è l'ammasso globulare M15, facile da individuare tramite θ ed ε Pegasi: infatti, la linea di prolungamento di queste due stelle, in direzione nord-ovest, dopo 4° ci porta direttamente a una brillante macchiolina nebulosa e rotonda. È accompagnata da una stella di magnitudine 6 a 0,5° est e da una di magnitudine 7,6 subito a nord.
Non molto lontano, ma già oltre i confini della costellazione con l’Acquario, brilla il fratello celeste di M15, l’ammasso globulare M2. Le differenze tra i due sono minime, ma se li paragoniamo con attenzione possiamo notare che M2 ha una brillantezza appena inferiore e una forma leggermente ovale. M2 si trova ad appena 5° nord di β Aquarii.
Un Delfino in miniatura
L'astronomia scientifica è sempre stata alla ricerca di oggetti reali, che esistono come entità fisiche: non c'è mai stato spazio per gli asterismi dalle forme belle o curiose. Ma perché non dare libero sfogo all'immaginazione, per una volta? In fin dei conti, è proprio così che le costellazioni che conosciamo oggi si sono formate.
Per esempio, andando da α a β Pegasi, a due terzi del percorso si incontra una struttura di circa 1°, che ricorda immediatamente la costellazione del Delfino. Sei stelle con una luminosità compresa tra magnitudine 6,8 e 8,1 che formano la copia in miniatura del mammifero marino celeste; un asterismo che è stato catalogato come Patchick 100, dal nome del suo scopritore.
Doppia soddisfazione
Ammettiamolo: le stelle doppie si osservano con un apo al massimo ingrandimento, e non con un binocolo 8x e a mano libera! Ma perché? In realtà, molti astri gemelli si possono individuare anche con un binocolo, e chi vuole evitare il tremolio può sempre usare un treppiede, oppure appoggiare lo strumento al tetto dell’auto, per sfruttare appieno la potenza dell’ottica.
Questo approccio ci permette di accedere a molti bellissimi oggetti di questo tipo, e ce ne sono anche in Pegaso. Un esempio è ε Pegasi o Enif, già citata come punto di riferimento per individuare M15, la cui componente principale di magnitudine 2 ha una debole compagna a 2' buoni in direzione nord-ovest.
Autore: Kay Hempel / Su gentile concessione di: Oculum-Verlag GmbH