Tre gemelli diversi e un pesce volante
La posizione è tutto: nel mezzo della Via Lattea la costellazione di Auriga ci mostra subito tre ammassi di Messier vicinissimo l’uno all’altro.
Indipendentemente dallo strumento utilizzato per esplorare la costellazione di Auriga, i tre ammassi di Messier restano comunque gli oggetti principali. E anche con un binocolo c'è molto da scoprire nella zona circostante.
Tre in un colpo solo
Se il tuo binocolo ha un campo visivo apparente di oltre 7°, allora è possibile ammirare i tre grandi ammassi stellari tutti insieme. Per trovarli, meglio partire da Alnath (β Tau) in direzione nord-ovest verso θ Aur. A circa metà percorso, a est della linea immaginaria, appare M37, mentre a ovest troviamo M36; infine, a 2° verso nord-ovest troviamo M38. A prima vista sembrano tre gemelli: macchie nebulose rotonde quasi della stessa dimensione. Con un po’ di pazienza si possono però notare diverse differenze di dimensione, luminosità e possibilità di risoluzione delle singole stelle. M36 appare allora più denso con un binocolo 10x50, della stessa luminosità ma più piccolo rispetto al suo vicino.
A un’osservazione attenta si nota chiaramente una macchia nebulosa notevolmente più debole e compatta a 0,5° gradi sud di M38: è l’ammasso aperto NGC 1907. Con un ingrandimento 7x appare ancora quasi puntiforme, infatti in questo caso vale la pena usare un ingrandimento maggiore e un treppiede.
Esche da pesca
Completamente diverso è a prima vista il conglomerato di stelle forse più visibile nella costellazione di Auriga, a 3° a sud-ovest di M38. Qui cinque stelle di magnitudine compresa tra 4,5 e 6,6 formano un grande asterismo di circa 40'×15', che gli osservatori americani hanno battezzato “Flying Minnow”, in italiano “esca”. Sebbene non si tratti di un oggetto fisico, e quindi le stelle siano disposte causalmente sulla volta celeste, questo asterismo è stato più volte catalogato, tra gli altri come Melotte 31 e Harrington 4
Subito a est della Esca si può scoprire una debole macchia nebulosa, o meglio intuire se le condizioni del cielo non sono buone: si tratta dell’ammasso aperto NGC 1893. È incorporato nella nebulosa galattica IC 410, che al binocolo rimane invisibile.
Autore: Kay Hempel / Su gentile concessione di: Oculum-Verlag GmbH