Un classico nel mare Imbrium
Sul margine settentrionale del mare Imbrium si trova il grande e scuro cratere Plato, circondato da alte pareti, un classico dell’osservazione lunare.
Un classico dell’osservazione lunare e punto di riferimento sul margine settentrionale del mare Imbrium ("mare delle Pioggie") è il grande cratere Plato. Situato su una stretta striscia di roccia chiara tra il mare Frigoris ("mare del Freddo") e il mare delle Pioggie, questa struttura scura e rotonda è impossibile da mancare anche con un binocolo.
Un lago sotto mentite spoglie
Il fondo scuro di Plato ha un diametro di 100 km e una profondità media di 1000 m. Con queste caratteristiche il cratere potrebbe essere chiamato anche lacus (lago). Infatti gli osservatori di un tempo come Langrenus e Hevelius avevano chiamato questa formazione lacus Panciroli o lacus Niger Maior ("grande lago nero"). Infine, nel 1651, l’astronomo italiano Riccioli la battezzò Plato, in onore del pensatore greco.
Giochi di ombre all’alba
Dalla parete orientale del cratere si ergono tre rilevi distinti di 1500, 1800 e 2100 metri. All’alba questi picchi proiettano ombre lunghe e bizzarre sul fondo di Plato. Nel corso di alcune ore, man mano che il Sole si alza, possiamo osservare queste ombre accorciarsi fino a scomparire.
Un altro bel dettaglio è uno smottamento dalla forma apparentemente triangolare e largo 15 km sulla parete occidentale. Più a nord, sulla parete settentrionale, si vedono altre frane, ma meno appariscenti.
I solchi di Plato
A est di Plato si trova una formazione composta da due solchi: si tratta di Rimae Plato. Il più settentrionale è ben visibile con un telescopio di apertura media, mentre il più piccolo meridionale è difficile da scoprire sulla superficie sconnessa. Per via della loro forma sinuosa, simile a quella di un fiume terrestre, l’origine di questi solchi è attribuita ad antiche colate di lava. Il cratere più grande nelle vicinanze di Plato è Bliss, con un diametro di 20 km. Questo cratere, che prima veniva chiamato semplicemente Plato A, ha ricevuto il suo attuale nome solo nel 2000: l’Unione Astronomica Internazionale lo ha infatti dedicato all’astronomo inglese Nathaniel Bliss.
Migliore visibilità 8 oppure 21 giorni dopo il novilunio
Autore: Lambert Spix / Su gentile concessione di: Oculum-Verlag GmbH